sabato 20 aprile 2019

BERKELEY. L'IMMATERIALISMO

Spingendo l'empirismo di Locke ai suoi estremi, il vescovo anglicano George Berkley giunge a sostenere che, se vogliamo essere coerenti con l'affermazione che la nostra conoscenza si basa sull'esperienza e risiede essenzialmente nelle idee che ne derivano, dobbiamo ammettere che le cose non esistono fuori di noi, ma nella mente di chi le percepisce. Da questa convinzione deriva la celebre formula esse est percipi (l'esistenza delle cose è nel loro essere percepite). 
Se Locke aveva ritenuto inconoscibile la sostanza, Berkeley giunge a negare l'esistenza della sostanza corporea: secondo lui non esiste la materia intesa come causa delle idee(immaterialismo). Tuttavia, le cose non si dissolvono quando sono percepite, perché permangono nella mente di Dio che le pensa continuamente. In questo modo è garantita la validità della scienza che rispecchia l'ordine e la successione delle idee nella mente divina.  

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